Approfondimenti 23/04/2021 13:42

Post Match - La Roma passa all'ibrido

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LAROMA24.IT (Mirko Bussi) - Sarà perché, al giorno d'oggi, ecologico è bello e per di più fa decisamente tendenza, perché la Toyota, il marchio automobilistico che riconduce ai Friedkin per la vendita in una manciata abbondante di stati americani, è stata tra le prime a rendere una tecnologia più sostenibile alla portata dei guidatori comuni del pianeta, ma anche la Roma, da ieri, è passata all'ibrido. Resta da stabilire se la scelta rimarrà un capitolo del piano gara di o diverrà la strategia di fine stagione, nella quale la squadra di Fonseca, col passare del tempo, ha sbiadito i propri tratti identitari per saltare di strategia in strategia.

Ad accentuare il dubbio è l'attenzione che il tecnico portoghese ha dedicato a Gasperini nei 4 confronti avuti dal suo arrivo in Italia, nei quali l'aggregate suonerebbe intimidatorio come 9-3 per i nerazzurri. La strategia più antica del calcio prevede infatti l'utilizzo di una disposizione a specchio come uscita d'emergenza dalle situazioni di maggior criticità. Accadde nel settembre 2019 quando la Roma s'arrabattò a 3 e si è rivisto ieri, con la disposizione, almeno nelle fasi di costruzione, in , forse dando retta all'ultimo tratto di campionato in cui l'Atalanta s'era mostrata con una linea a 4, ieri invece tornata alle origini.

L'ibridazione della Roma è manifesta all'avvio della partita quando, con la palla tra i piedi dei calciatori dell'Atalanta, traccia la consueta linea a 5, con Veretout e Villar in mediana e Pellegrini-Mkhitaryan sotto . Trascorsi pochi minuti, come da fotogramma ripreso al 16', è facilmente intuibile la disposizione in fase di possesso, con Cristante che si alza da play, i due terzini che occupano un'ampiezza non più così alta e simmetrica per ovviare ad eventuali emergenze preventive. Al punto che è Veretout, nelle vesti di mezzala sinistra, a "raddoppiare" l'ampiezza sinistra.

Un travestimento che portava la Roma ad andare in scena in un modo quando aveva il pallone e in un altro, fedele al percorso recente, quando la sfera era in possesso dell'Atalanta. Nei cambi d'abito, però, capitava di dilatare ancor più una delle zone più prelibate per i gasperiniani, lo spazio tra le linee avversarie di difesa e centrocampo. Cristante, infatti, retrocedendo sguarniva quel settore di competenza del vertice basso e, nel frattempo, Veretout e Villar, stavolta disposti orizzontalmente proprio per la scelta in fase di possesso, faticavano a serrarsi tempestivamente. L'uscita sulla palla tra le linee, inoltre, veniva affidata ad uno dei centrali, nel caso specifico Ibanez, proprio come da teorema della difesa a 3. Le scelte nelle uscite difensive sono alla base del vantaggio dell'Atalanta, quando Malinovskyi invade il territorio lasciato scoperto da Cristante e Mancini, entrambi caduti nella trappola di accorciare sul pallone.

Alcune imprecisioni nelle distanze difensive sono state rimarcate anche dalla formazione a 3 che contraddistingue Mancini e Ibanez, ritrovatesi in alcuni casi ben oltre la distanza di sicurezza che si consiglia di tenere ad una coppia di centrali e con l'istinto a rivolgersi all'avversario, prima che al compagno o alla porta, per calibrare le proprie scelte difensive. Sopra, infatti, basta concentrarsi sullo sguardo di Mancini che, invece di stringere naturalmente in conseguenza allo spostamento laterale del compagno, si preoccupa della posizione di Muriel con il duplice effetto negativo di allargare pericolosamente le maglie del blocco difensivo e, senza per questo, poter mantenere contatto con il colombiano che fallirà grossolanamente la finalizzazione.

Nelle costruzioni, spesso risolte con la ricerca immediata della profondità o della seconda palla scaturita dal duello aereo di , e negli sviluppi offensivi, la Roma ha guadagnato con la nuova disposizione maggior verticalità. Una delle giocate ricorrenti ieri, cucita apposta per l'abitudine dell'Atalanta ad accorciare sugli avversari, prevedeva il velo o un tocco ingannevole a far sfilare il pallone di Pellegrini (lo si vede qui e anche nel secondo tempo), per poi avere superiorità sotto la sponda confortevole di .