Approfondimenti 08/12/2020 17:15
Paulo II: addio possesso, la Roma è 11a in Serie A. E’ la squadra che ne fa di meno rispetto alla scorsa stagione
LAROMA24.IT – “Sono un po' ossessionato dall'idea che la mia squadra domini il possesso palla e controlli il match, quando non abbiamo la palla mi sento sempre più a disagio. Stiamo cercando di imporre il nostro stile di dominio del gioco attraverso il possesso palla”, Paulo Fonseca, il 12 dicembre 2019.
“Ho dovuto adattare le mie idee. In passato ero ossessivo riguardo al possesso palla. Adoro le squadre che sono coraggiose col pallone ma sono cambiato. Tenere il pallone quanto mi piacerebbe non è possibile in Italia”, Paulo Fonseca, il 7 dicembre 2020.
E’ l’adattamento della specie: non sopravvive l’animale più forte ma quello in grado di modificarsi, opportunamente, all’ambiente circostante. Così Paulo Fonseca, 49 partite ‘italiane’ tra campionato e coppa nazionale, di cui oltre due terzi vinte, ha riconvertito la propria cadenza calcistica nella traduzione italiana. Il bisogno quasi fisico di controllare il pallone e, tramite questo, lo sviluppo della partita, è via via scemato col passare del tempo a Roma. O meglio, modificato appunto. Perché, ormai universalmente, il momento in cui si ha il pallone è riconosciuto come di gran lunga il più pericoloso, dovendo preoccuparsi di due cose simultaneamente: cosa farci, con quel pallone, e come rigenerarsi nel momento in cui questo venisse perso. Transizioni, appunto. Termine sottolineato ed evidenziato proprio da Fonseca nell’ultima conferenza stampa. Quella di presentazione al match col Sassuolo, quando l’opera di trasformazione è stata ribadita con un progetto gara in cui si prevedeva, scientemente, di lasciare il pallone agli altri. Alla fine, la palla l’hanno avuta più quelli in bianco (53% del totale), notoriamente neroverdi, ma le occasioni da gol sono capitate più volte a quelli nero-arancio (perché??), solitamente giallorossi, nonostante in inferiorità numerica per oltre metà disputa.
Una strategia che trova conferma nei numeri complessivi alla 10a giornata, in quella classifica del possesso palla, per troppo tempo abusata, ora finalmente ritornata nel rango dei dati accessori, che vede la squadra di Fonseca addirittura nella colonna di destra.
11° posto, col 49,2% di media, dietro a tutte le big, naturalmente anche a chi ne fa una ragione di vita, come il Sassuolo, persino però a una neopromossa, come lo Spezia. Quanto conta? Decisamente poco, praticamente nulla. Ma aiuta a tracciare il cambiamento. Soprattutto se messa al fianco di quella che fu la statistica finale della stagione 2019/20 sulle squadre col maggior possesso palla: in estate la creatura di Fonseca si fermava al 7° posto ma con una media del 52% a partita. Ancora, insomma, in attivo. Al tempo intermedio delle 10 giornate attuali, la Roma ha perso, o forse sarebbe più corretto dire lasciato perdere, il 2,8% del controllo del pallone. Un decremento superiore rispetto a tutte le italiane, avvicinato, tra le squadre ai vertici della classifica, dal Napoli, che con l’acquisto di Osimhen ha cercato una palese scorciatoia verso la porta avversaria (-2,1%), e l’Atalanta (-2,4), alle prese con le inevitabili scosse d’assestamento dopo aver procurato un terremoto alle proprie intenzioni e aspettative. Per capire se ha ragione chi ce l'ha o non ce l'ha, la palla, bisognerà attendere la classifica. Quella generale e definitiva.
IL DATO DEL POSSESSO PALLA DELLA SCORSA STAGIONE E L'ATTUALE.
A LATO, LA DIFFERENZA TRA L'UNO E L'ALTRO:
Napoli 57,2 (2019/20) - 55,1 (2020/21). -2,1
Juventus 56,4 - 57,6. +1,2
Sassuolo 56,1 - 58. +1,9
Atalanta 55,4 - 53. -2,4
Milan 53,6 - 53,3. -0,3
Inter 52,8 - 54,4. +1,6
Roma 52,0 - 49,2. -2,8
Bologna 51,8 - 51,5. -0,3
Lazio 50,1 - 49,9. -0,2
Verona 49,9 - 47,9. -2
Genoa 49,3 - 47,5. -1,8
Torino 48,5 - 47. -1,5
Fiorentina 48,2 - 52,7. +4,5
Cagliari 46,6 - 44,4. -2,2
Udinese 45,9 - 46,6. +0,7
Parma 45,3 - 45,9. +0,6
Sampdoria 44,4 - 43,9. -0,5