Approfondimenti 20/11/2014 20:32

CAVERNOMA, cos'è? I precedenti nel calcio: Melchiorri, Corallo e Zanchi

Cavernoma

LAROMA24.IT (Matteo Monti) - Dopo due mesi di voci, dubbi e dicerie la Roma fa il punto su e i motivi che gli impediscono di giocare dalla trasferta di Empoli: "Alterazione congenita vascolare nel peduncolo cerebellare medio posteriore sinistro, conosciuto con il nome di cavernoma", si legge dal bollettino del club. "All'interno del cavernoma - continua poi il comunicato - si è verificato un piccolo edema, con un rigonfiamento transitorio", motivo per il quale, nei primi giorni di dicembre, il difensore si sottoporrà ad un intervento neurochirurgico per rimuoverlo. Ma di cosa si tratta?

DEFINIZIONE - Gli angiomi cavernosi, o cavernomi, sono malformazioni vascolari che si riscontrano a livello cerebrale o del midollo spinale, hanno l'aspetto di una "mora" e sono costituiti da dilatazioni anomale di vasi venosi. Il nome cavernoma deriva dalle piccole "caverne" di varia grandezza, riempite di sangue, che li compongono: i sintomi sono generalmente transitori e, come dimostrato nel caso del difensore giallorosso, possono richiedere mesi per essere risolti. Il peduncolo cerebellare medio è invece il tratto più voluminoso di collegamento fra cervelletto e tronco encefalico, costituito da fasci di fibre nervose.

LA NEUROCHIRURGIA - Nei casi di cavernomi posti nel tronco cerebrale o nel cervelletto, essi possono manifestarsi con idrocefalo (una condizione che provoca nausea, vomito, disturbi dei movimenti oculari). Il rischio di emorragia, ad ogni modo, è piuttosto basso in quanto il flusso sanguigno che scorre nel cavernoma è a bassa pressione. L'asportazione completa, infine, ne determina la completa guarigione: con la microneurochirurgia - supportata dalla neuronavigazione guidata dalle immagini - si ottengono risultati definiti con un limitato tasso di complicanze e la dimissione dei pazienti avviene pochi giorni dopo l'intervento riuscito.

I PRECEDENTI NEL CALCIO - Ci sono poi tre precedenti nel mondo del calcio: il caso di Federico Melchiorri, attaccante classe '87 del a cui nel 2010 viene diagnosticato un cavernoma quando indossava la maglia del Giulianova. Durante la gara contro la Cavese riceve una botta in testa e la tac di controllo rivela la presenza della malformazione arteriosa: "La malattia mi ha obbligato a uno stop di un anno e mi stava cambiando la vita. Sono stato operato al cervello per un cavenoma a causa di una malattia congenita e a seguito dell'operazione si riteneva pericoloso continuare a giocare soprattutto a livello agonistico - ha dichiarato il calciatore ora in forza al  - Una prospettiva del genere per un ragazzo di 23 anni che stava costruendosi la sua modesta carriera è a livello emotivo e mentale un duro colpo da incassare. Per un piccolo periodo ho provato a fare altro, ma io non so fare altro e per me era impossibile stare lontano dal campo di calcio. Così sotto stretto controllo medico ho solo seguito la mia passione e ora posso dire che la mia volontà è stata piu’ forte di qualsiasi ostacolo". Poi Alessandro Corallo che, ai tempi del Gubbio nel 2010, scoprì la malattia salvo poi tornare sui campi con la maglia del Perugia. Infine, il caso di Marco Zanchi ex difensore di A, che nel 2003 - quando indossava la maglia del - scoprì il cavernoma per poi tornare a giocare con la maglia del Vicenza: "Vorrei tornare subito in campo, a fare il calciatore. Io sono stato fortunato, così fortunato che è come aver fatto 13 al totocalcio. La malattia dipende anche da come la vivi e dopo ti aiuta a non dare niente per scontato". Scontata, invece, è la voglia di tutto l'ambiente Roma di tornare ad abbracciare e tornare a mirarne le prestazioni sul campo.