Approfondimenti 02/04/2012 16:09
Saranno famosi...con la Roma. El Kabir, Gamberini, il solito Morimoto: quando il gol è solo (o quasi) alla Roma
E allora in fretta toglieva il sushi dalla bacchetta di tale Morimoto Takayuki, in attesa di scoprire se il ciclo storico tornasse a ricorrere anche nella prima domenica daprile. Al momento dellingresso dellattaccante giapponese, le orecchie dei tifosi romanisti fischiavano, il conto delle mani indirizzate in luoghi di cui si preferisce non raccontare impossibile da tenere. In fondo, già si era rassegnati a quello che nel giro di 17 (sì, diciassette, un numero qualsiasi no?) minuti sarebbe inesorabilmente avvenuto. Infatti, quando Taddei veniva colto da fulminante daltonismo e quasi posseduto riconsegnava la sfera a Caracciolo, nel momento in cui questa terminava sul piede dellorientale, in posizione irregolare ovviamente non rilevata, il disegno del destino assumeva contorni certi. Così, le imprecazioni che da tradizione verrebbero equamente spartite tra il brasiliano giallorosso, il direttore di gara e latavica sfiga, vengono destinate, nessuna esclusa, sul giovane Takayuki e, per completezza, ai defunti a lui più prossimi. Tuttavia, per una volta ci si era attrezzati allevento, così il 5° gol siglato alla Roma su 19 totali in A raccontati nella spiccia carriera dellex Catania, veniva seppellito sotto le 4 reti realizzate in precedenza e, per sicurezza, da Lamela nel finale.
QUANTA MIERDA Dove fosse atterrato, forse Luis Enrique lo ha compreso a fondo solo al termine del secondo derby di stagione quando, scansata lalbagia da progetto, si lasciò andare a una frase che più di ogni aforisma ben confezionato custodiva il pensiero di una stagione. Che ho fatto per meritare questa mierda?, si domandava mentre rimbalzava tra le domande dei cronisti nel post-partita di una stracittadina persa ancora con un uomo in meno e per effetto di un calcio di rigore. Ma stavolta il discorso proseguiva, considerando la rete decisiva ad opera di Mauri, alla prima presenza dopo i mesi trascorsi tra Germania e Italia per recuperare da un infortunio. Poi il ritorno con gol, il primo ed unico in campionato (tenere a mente per le righe successive). Ma la mierda cominciò ad accumularsi dal principio. Da un giorno di agosto a Bratislava, dove Martin Dobrotka realizzò quella che ad oggi rimane la sua unica segnatura stagionale, consegnando la prima sconfitta alla Roma di DiBenedetto. Un dato irrisorio se paragonato a quello che accadde 7 giorni più tardi allOlimpico, costretto ad assistere al pareggio di Stepanovsky, in forza allo Slovan dal 2008 e con allattivo una sola esultanza che ha trovato compagnia, neanche a dirlo, grazie a quella mostrata nella capitale in estate.
MISSIONE Se le doppiette di Ibrahimovic tra andata e ritorno appaiono quasi un supplizio dovuto per chi ha fatto gioire 5 volte lultima versione del Tamagotchi che si nutre delle maledizioni romaniste di cui si narrava allinizio, il destino giallorosso ha costruito imprese non da poco. Come quella di dare un senso allaffare di Cellino che ha permesso a Moestafa El Kabir di vestire la maglia del Cagliari e di bagnarla con un gol al debutto. Naturalmente contro la Roma, tuttora lunica squadra che ha fatto sorridere lattaccante marocchino. La benevolenza giallorossa è stata apprezzata anche da Vitiello Roberto, difensore dal curriculum mediocre tra le serie inferiori e che oggi conta 66 presenze in 2 stagioni a Siena. I gol? Uno, sullavversario riteniamo inutile soffermarci.
Ma larrivo della truppa giallorossa è anche propiziatorio per sospendere digiuni da reti che si protraevano ormai da tempo. E la storia di Jankovic, che ha battuto Stekelenburg dopo 878 giorni trascorsi ad abbracciare ogni compagno marcatore. Poi la Roma, ed è toccato a lui riscoprire leffetto che fa segnare una rete. Ma anche Del Piero, campione e goleador della Juventus per anni, oggi alle prese con lultima stagione in bianconero, che da tempo veniva stuzzicato sul quando avrebbe segnato nel nuovo impianto di proprietà juventina. Bastava solo dare un occhio al calendario: il 24 gennaio era in programma la gita giallorossa a Torino per i quarti di finale di Coppa Italia. Netto 3-0 a favore della squadra di Conte che raddoppiò grazie a uno di quei famosi gol alla-del-piero che ormai sembravano finiti fuori produzione, figurarsi dopo 6 mesi e mezzo di astinenza. Al finire di febbraio, invece, per le vie di Roma si diffuse linquietudine. Perché una storia di morimoti qualcosa dovrà pur insegnare. Così, i prodromi della disfatta di Bergamo si potevano ritracciare nel silenzio del centravanti nerazzurro, German Denis, a secco addirittura dallanno precedente. Lidea di una rete era già messa in conto, la realtà della seconda tripletta in carriera dellargentino fece rinnovare la questione alla panoplia di anti-romanisti sparsi per il mondo: Ma che vavemo fatto?.
SIMBOLI - Chi può essere considerato alla stregua di un eroe per i suoi simili è Gamberini Alessandro da Bologna, difensore della Fiorentina che dal 2007-08 ha fatto voto di segnare solo alla Roma. In 4 stagioni, infatti, si è limitato a 3 realizzazioni, naturalmente tutte inflitte ai giallorossi. Lultima circa 5 mesi fa, in quel Fiorentina-Roma terminato 3-0 che annovera anche la prima e unica rete in Italia di Santiago Silva, giunto a Firenze con immancabile soprannome bellicoso, El tanque, e dopo aver distribuito reti per tutta lArgentina. Nonostante sia transitato in Serie A anche nel 2001, non riuscì a mantenere la propria fama. A gennaio il ritorno in patria: quello che cera da fare laveva già fatto su rigore ad inizio dicembre. Loro tra gli esempi più raccapriccianti di un elenco al quale si sono iscritti durante lanno gente dogni estrazione e stirpe. I nuovi iscritti: da Thiago Ribeiro (prima doppietta in A) ed Ekdal (3 reti in carriera, una alla Roma), fino a Legrottaglie (4 gol quest'anno, uno ai giallorossi), Nesta (riscopertosi marcatore dopo 657 giorni di ferie) per finire ad Eder (2 gol su 8 totali nella sua storia).
Chi, invece, è un fedelissimo della categoria come Hamsik (5 gol ai giallorossi, bersaglio preferito), il già citato Morimoto e il collega Caracciolo, che ha cambiato maglia più volte senza intaccare quel vizio malsano di bucare i portieri romanisti. E poi, forse la specie più temuta: gli ex o ancora peggio i romani e romanisti. Se per Daniele Conti il contenitore degli improperi è a rischio esaurimento causa frequente utilizzo, da quest'anno si è inserito in graduatoria anche Bertolacci, già in gol allandata nonostante una carriera al principio. Insomma, il ragazzo impara in fretta. E sabato ritornerà avversario, insieme ad un altro romano come Blasi, un altro ancora di nome Corvia, tutti guidati dal tecnico più romanista della A, Cosmi. E dicono che a Pasqua sia sempre tempo di mierda. To be continued?
Mirko Bussi