Approfondimenti 24/02/2012 12:46
Trigoria riapre al passato: da Capello e Rocca fino a Konsel e al campo per Ago. E' finito l'esilio degli ex
RITORNO AL PASSATO - Forse perché ispirato dalla propria storia personale, o forse affinchè la nuova generazione di calciatori scelti prendessero conoscenza della storia che andavano a proseguire, Franco Baldini ha evitato la crisi didentità ponendo fine ad una serie di esili di difficile comprensione. Così, ripreso possesso dellufficio a Trigoria, dentro qualche cassetto malmesso deve aver ritrovato le chiavi del cancello del Fulvio Bernardini.
Rientrato ad ottobre, dopo un lustro da emigrante pur senza la tradizionale valigia di cartone, lex consulente di mercato, rigenerato in comandante della rivoluzione culturale, ha oliato gli ingranaggi del portone dentrata inaugurando presto le rimpatriate. La mancanza di attività, probabilmente, ha contribuito a far sì che il primo visitatore non generasse sorrisi spontanei nei tifosi. Fu Carlos Bianchi lo scorso 31 ottobre a suonare al campanello, inaugurando le carrambe romaniste. Finalmente privo di scherzetti su progetti di Roma senza Totti, anche perché aveva ottenuto oltre 250 motivi per ricredersi nel frattempo, largentino si fece fotografare sorridente col connazionale Burdisso e servì da prova generale per le visite future. Nel giro di un mese, infatti, percorsero via di Trigoria fino al chilometro 3,600, Damiano Tommasi, oggi presidente dellAssocalciatori, ieri il romanista meno pagato della storia recente e ieri laltro protagonista del terzo scudetto romanista. E poco dopo Fabio Capello, che nonostante non raccolga consensi unanimi, a qualcosa ha contribuito nella storia romanista. Don Fabio fu accompagnato da Francesco Rocca, uno che ha iniziato e concluso la sua breve carriera vestito di giallorosso. Sorpreso, Kawasaki ricordò che con la visita dello scorso novembre chiudeva un esilio che si protraeva dal 1981. Forse una penitenza per non esser riuscito a segnare neanche un gol in 141 presenze di A con i giallorossi?
DIVIETO DACCESSO Già, perché prima dellavvento della rivoluzione, lancien regime di Trigoria non accettava visite, neanche su appuntamento. Questione di scelte. Quelle che consigliavano a Rosella Sensi di limitarsi agli incontri con Gianni Letta (Maggio e Novembre del 2010), ex segretario del consigli dei ministri ma privo di presenze in maglia giallorossa. Oppure con Alemanno (10 marzo 2009), che di Roma, intesa come città, è primo cittadino ma per la Roma calcistica non ha mai siglato un gol. Padrone di casa di quel Campidoglio dal caffè invidiabile, talmente imperdibile che Antonio Giraudo, amministratore delegato juventino, seppur abituale di Torino dovette volare a Roma per cominciare la propria giornata con un espresso romano. E poco importa se lo stesso bar era frequentato, alla stessa ora del medesimo giorno, anche dalla pari-ruolo romanista e dallallora sindaco Veltroni, promotore delliniziativa. Incontri istituzionali che hanno visto protagonista anche il neo presidente DiBenedetto, senza tuttavia impedirgli di accogliere gli ospiti desiderati nel proprio centro sportivo. Un bunker inespugnabile fino allo scorso giugno, tanto da alimentare i sospetti dei ricercatori su una possibile presenza del Sacro Graal proprio negli uffici romanisti.
LAZIO, RUSSIA E IRAN - Il fortino giallorosso si aprì lultima volta nel maggio dello scorso anno per Sergej Fursenko, presidente della Federazione russa, il quale, nonostante ricerche approfondite, non compare negli almanacchi giallorossi. Stesso curriculum insignificante agli occhi dei tifosi romanisti, di Giorgio Canterini, straordinario interprete del piccolo Giosuè Orefice de La vita è bella, accolto nellaprile del 2011. Oltre un anno prima (febbraio 2010), fu ricevuta a Trigoria con sorrisi grandi così Renata Polverini, attuale presidente della Regione Lazio, le cui ultime immagini in ambito sportivo la ricordano arrampicata sulle vetrate della Curva Nord al fianco di Zarate in un Lazio-Bari. Il 2-0 finale per i pugliesi, può essere assunto a parziale giustificante per una visita che, ancora una volta, non aveva comun denominatori con la Roma.
E prima ancora la linea rimase coerente con Alessandro Gaucci, una delegazione iraniana guidata dal romanistissimo Moustafa Ajarlou (entrambi nel marzo del 2009), Evo Morales (presidente della Bolivia, ottobre 2007) impegnato in una battaglia contro la Fifa che aveva vietato gli incontri di calcio oltre i 3000 metri. Il libro delle visite fu firmato ancora prima da Morricone e Piovani nel marzo di 5 anni fa, eccezionali professionisti eppure linno della Roma rimase quello di Venditti anche dopo la loro comparsa, così da rendere difficili i collegamenti tra il mondo giallorosso e i due artisti. A distanza di poco tempo nel parcheggio di Trigoria furono custoditi i cammelli del Principe Abdul Elah Bin Sultan Al Saud e del Principe Abdul Majid Bin Sultan, membri della Famiglia Reale del Regno dell'Arabia Saudita. La loro visita, fatta eccezione per una serie di voci illusorie quanto incontrollabili sulla pronta installazione di rubinetti doro nei servizi del Bernardini, non sortì ulteriori effetti. Chiudono il cerchio una sfilata di procuratori, chi con i conti alla mano decisi a recuperare eventuali crediti, chi pronto a garantire laffare dellanno, oltre a Jean Tigana e Marco Lanna, giunti a Trigoria solo per prendere appunti sulle metodologie dallenamento. Lex terzino romanista degli anni 90, invitato da Vincenzo Montella assieme a Candela durante i mesi alla guida della prima squadra, probabilmente non sarà stato riconosciuto allingresso così da poter varcare i cancelli nonostante un passato da romanista. Questultimi assomigliano più alleccezione che conferma la regola dei turisti: lassenza totale di riferimenti giallorossi.
Il vogliamo continuare a vedere le stelle di una campagna abbonamenti di quasi 8 anni fa, ora appare di più facile comprensione se legato alle star del cinema, della musica, accolti a Trigoria negli ultimi tempi. Il cambio di panorama della nuova dirigenza, oltre ad ospitare la fondazione Sandri a una settimana dallanniversario dellomicidio di Gabriele, ha fatto sentire nuovamente lodore di casa a Konsel, gradito ospite del Bernardini neanche 10 giorni fa. Lì, dove il campo principale vanta ora una tribuna colorata di giallo e rosso, sostituivi del precedente grigio più consono allAlessandria. E dora in poi, non sarà più un generico campo A ma ricorderà a chiunque vi entrerà la storia di Agostino Di Bartolomei, al quale è stato intitolato. Perché un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente.
Mirko Bussi