Approfondimenti 15/02/2012 18:32
Roma, ecco il cambio di stagione: con il Siena hanno concluso la gara 10 'novità'. Rosi unico superstite
LAROMA24.IT Rivoluzione doveva essere e rivoluzione è stata. Sugli esiti, a breve termine soprattutto, è una questione che sfocia nellesoterismo, nel vaticinio più complesso: un atto di fede che secondo alcuni manderà in estasi, secondo altri nulla in più di una mendace riproposizione del gioco delle tre carte. Daltronde, per antonomasia, la rivoluzione è un evento di rottura, che quindi spacca e divide, portando i suoi uomini al comando. E infatti a Siena, tappa 27 della marcia giallorossa verso labusata rivoluzione, al minuto 68 il cambio storico era materializzato.
10 NOVITA Stekelenburg, Heinze, Kjaer, José Angel, e ancora Viviani, Pjanic, Lamela, per finire con Osvaldo, Bojan e Borini. Una decina di calciatori che solo in questa stagione hanno trovato posto nello spogliatoio giallorosso, 9 dei quali provengono direttamente dallestero, incluso litaliano Borini ed escluso lormai ex Primavera Viviani. Insieme a loro, unico superstite, Aleandro Rosi, più di una volta vicino alla porta duscita di Trigoria e oggi titolare già in 14 gare stagionali.
GIOVANE E STRANIERA Questi i segni distintivi della Roma, uscita da 6 mesi di restyling con il volto decisamente più ringiovanito (età media di 23,27 anni al fischio finale di Rocchi) e dai tratti somatici esteri (8 calciatori su 11 doltralpe, la stessa quota dei debuttanti in serie A). In grado, tuttavia, di dare un senso alla doccia post partita di Pegolo grazie un tiro in porta (toh!) in poco più di 20 minuti. A guardarli cera la Roma che fu, e in parte ancora è, con Taddei, Perrotta, Juan e Simplicio, quella che non è mai stata, alle voci Curci e Greco, oltre al fuori categoria Francesco Totti. Senza contare che a guidarli cera Luis Enrique, naturalmente in linea coi dettami-guida visti i suoi 41 anni, linesperienza nel campionato italiano ed i lineamenti esteri, nonostante qualche capello bianco in più. La rivoluzione ha dei costi.
Mirko Bussi