Approfondimenti 24/01/2012 12:01

Totti, parole e verità sul 'vecchio, mai decisivo e conosciuto solo a Roma'

SOLO RIGORI – Ricordato che fino al 24 gennaio del 2012, il regolamento del gioco del calcio attribuisce un punto ad ogni segnatura, uno dei labili appigli scelti fu quello di sottolineare le reti su calcio di rigore, come se una volta posizionata la palla sul dischetto il gioco fosse fatto. Per ulteriori informazioni sull’argomento, rivolgersi a chi, meno di due anni fa, si trovava ad 11 metri da Julio Sergio. per 70 volte ha fatto il contrario, ma quando contro il Cesena ha raggiunto quota 210 in Serie A e 265 in totale, aveva appena esultato per la 150° (centocinquanta) volta su azione. Affinchè il messaggio arrivasse chiaro, pochi minuti dopo, ha mosso nuovamente la statistica fulminando Antonioli con un al volo che significa 151 marcature su azione. Uno per ogni anno d’Italia volendo, oppure 21 in più delle reti totali (rigori inclusi stavolta) segnate da Klose nei vari campionati. Magari non ci avevano fatto caso.

MAI DECISIVO – Dal capitolo numero 2 del manuale sul perfetto anti-: “Un giocatore finito, mai decisivo, soprattutto nelle partite che contano”. Tralasciando la prima parte, la storia dei gol del numero 10 è iniziata nel ’94 con un gol al Foggia che valse un punto alla squadra di Mazzone. Da lì, fino ad oggi, se ne sono aggiunti altri 174 portati ad una e una sola maglia. 175 punti che basterebbero per due scudetti, considerate le recenti medie-tricolore, ma che possono essere anche confrontati ai punti della Lazio nelle ultime tre stagioni: 162, 13 in meno rispetto a quelli donati da un solo calciatore. Tra questi, inoltre, 41 li ha regalati tra sfide europee, scontri con , Milan o Inter e derby. Può bastare? Altrimenti potremmo aggiungere che per 80 volte è stata ripetuta la filastrocca: ‘Roma in vantaggio, gol di . Può succedere di non accorgersi di alcuni dati.

MAI DECISIVO NEI DERBY – Appendice del secondo capitolo già citato, prevede manifestazioni di apparente serenità quando figura tra i presenti nelle stracittadine. Poi, la cinquina sofferta grazie alla doppietta del ‘finito’, ha obbligato a rimuovere i festoni in fretta. Amanti del passato e delle tradizioni, tuttavia, avevano dimenticato che dagli anni ’80 ad oggi è l’uomo che ha inciso di più nei derby con 5 punti portati alla cassa giallorossa, al pari di Marco Delvecchio. Ancora una volta, errore di distrazione.

SOLO A ROMA – Ma la frase che strappa applausi commossi, consensi unanimi, generando vicendevoli pacche sulle spalle e convinte strette di mano, è una sola: “Lo conoscono solo a Roma”. Sfortunatamente, solo qualche giorno fa l’Iffhs (International Federation of Football History & Statistics), fondata a Lipsia (Germania) e con sede a Bonn (Germania, non provincia viterbese quindi), ha deciso di stilare la classifica sui calciatori più popolari d’Europa, guidata da , davanti a Del Piero e Cristiano Ronaldo. Senza dubbio ci sarà la mano di qualche impiegato capitolino. Se ancora avete dubbi sulle fattezze del ‘King of Rome’ (copyright Richard Whittle, non Riccardo Tagliuzzare) e magari non riuscite a contattare la direzione del ‘Golden Foot’, oppure i centralini della Fifa sono occupati per chiedere notizie sulla ‘Scarpa d’Oro’, rimangono anche 37 squadre e 99 portieri differenti ai quali poter domandare informazioni.

L’ANTI-TOTTI – Orfani di una figura simile, c’è chi ha alternato nel tempo figurine da poter opporre al giallorosso. Su tutti Paolo Di Canio, che dopo un’ampia fase di riflessione tra Ternana, , , Milan, Celtic, Sheffield Wednesday, West Ham e Charlton, aveva preso la decisione di tornare alla Lazio. Da bandiera, naturalmente. Chi meglio di lui come anti-? Resistendo alla tentazione del confronto nei numeri, mentre il Lord d’Oltremanica a 35 anni e 4 mesi attendeva l’84’ per subentrare a Kevin Lisbie in un glorioso Charlton-Fulham, il “vecchio” Francesco rimaneva all’Olimpico, mostrando il ciuccio per due volte in 8 minuti, arrivando a 211 in Serie A, con tutti i record che ne conseguono.

Bocciato Di Canio, l’uomo giusto per contrastare il capitano fu arruolato per 20 milioni dall’Al-Saad nel 2008. Alla prima stagione realizza un gol contro la Roma per il 4-2 della Lazio: non c’è dubbio che sia lui, l’argentino autodefinitosi “metrosessuale”, l’antagonista perfetto. E infatti, per chiudere il 2009, Mauro Zarate lancia l’assalto: parla tanto ma è un giocatore finito”. “240 volte auguri” la risposta del romanista, che oggi potrebbe fargliene addirittura 266. Purtroppo, mentre impallinava Antonioli, Zarate resisteva al freddo della panchina di San Siro guardando i suoi compagni dell’Inter battere gli amici di una volta. Avanti il prossimo.



Mirko Bussi