Approfondimenti 01/11/2011 16:56
Luis e le rivoluzioni tecniche, in linea con Spalletti ma meglio di Eriksson e Liedholm. Solo Zeman partì bene
Le rivoluzioni sono un processo lungo, complicato e fragile. Come diveva Napoleone: "Le rivoluzioni distruggono tutto in un istante e non ricostruiscono se non col lungo avvenire". Concetto che possiamo declinare (con le dovute proporzioni) anche nel calcio.
Luis Enrique, come tutti gli allenatori che hanno cercato di portare con sè una nuova idea di calcio, sta faticando, e non poco, in queste prime partite di campionato. Ma l'asturiano non è stato l'unico a dover soffrire per imporre il proprio gioco nella capitale.
IL DAZIO DELLA RIVOLUZIONE - Idee rivoluzionarie o no a Roma molti allenatori hanno sudato e penato prima di veder il frutto del proprio lavoro. Helenio Herrera, il Mago e lo stratega della difesa, sbarcato nella capitale nel 1968 nelle prime nove partite collezionò 11 punti. Gli stessi conquistati dal tecnico di Gijon.
Liedholm, il Barone, uno dei padri della zona moderna, nella prima stagione giallorossa ('73-'74) si presentò con 11 punti nelle prime nove giornate. Nella seconda reggenza sotto l'allenatore svedese ('79-'84), quella dello scudetto, la Roma partì con 8 punti dopo le prime nove partite.
Da uno svedese all'altro. Anche Sven Goran Eriksson faticò e non poco ad affermarsi tanto da conquistare 10 punti in campionato nei primi nove turni (la prima vittoria la ottenne proprio alla nona giornata contro la Fiorentina)
Solo Zeman ha avuto un ruolino di marcia nettamenente migliore nelle prime nove giornate da allenatore della Roma. Il boemo, il profeta del 4-3-3, conquistò 16 punti nella stagione '97-'98. Spalletti, l'inventore del 4-2-3-1 con Totti unica punta, invece ottenne soltanto un punto in più (12) frutto delle vittorie contro Reggina, Parma e Inter e dei pareggi con Livorno, Cagliari e Lazio.
Aspettando la scintilla. A questa Roma, ancora troppo lontana dall'utopia sognata, manca ancora la scintilla, la partita chiave da cui ripartire. Novara potrebbe essere l'occasione per riaccendere la rivoluzione e la passione dei tifosi.
Gianluca Pace