Approfondimenti 25/03/2011 15:55

Cessione As Roma, guida all'acquisto: ecco gli step per il cambio di società

“So che sta per arrivare, ancora non c'è una data precisa, questione di poco” si è lasciato sfuggire il giovane Tom nel mare di timidi ‘no comment’ regalati alle emittenti radiofoniche che lo hanno contattato. Si sa, alla volontà paterna bisogna obbedire. Ancora di più quando DiBenedetto, quello originale stavolta, è in procinto di sbarcare a Fiumicino con lo scopo di perfezionare il contratto d’acquisto, smussare gli ultimi angoli (tra i quali definire nei dettagli il prezzo dell’operazione, ancora possibile di minimi cambiamenti verso il basso). Scadenza ultima: metà della prossima settimana, dopo la quale, udite udite, si potrebbero impugnare le stilografiche per siglare il passaggio di proprietà chiudendo la contorta parentesi della cessione Roma, aperta ormai 7 anni orsono.

ASSEMBLEA ROMA 2000 - nero su bianco gli ultimi dettagli dell’intesa riguardo i tempi (il limite dovrebbe essere fissato in 5 anni) e le modalità d’uscita future di UniCredit, DiBenedetto potrà essere mister Presidente. Quindi, montare i rullini per le prime foto con sciarpetta d’ordinanza? No, troppo splendidamente facile. Bisognerà ottemperare alcuni step intermedi. Primo: convocazione di un’assemblea del cda di Roma 2000 di cui fanno parte Antonio Muto (sponda UniCredit), Rosella Sensi e il professor Zimatore, neutrale. Quando? Non prima di 30 giorni dalle firme, verosimilmente tra la fine di aprile e l’inizio di maggio.

ANTITRUST E CONSOB - Nel frattempo non ci sarà tempo per un tour nella à eterna per DiBenedetto e i suoi soci. La DiBenedetto As Roma Llc dovrà ricevere l’ok dall’Antitrust e dalla Consob (placet legato a doppio filo), successivamente si potrà rendere effettivo il passaggio di mano del 67% delle azioni dell’As Roma: di tale quota il 60% finirà tra le mani degli americani mentre il 40% rimarrà nel portafogli di Piazza Cordusio per un valore complessivo dell’operazione di 77 milioni di euro. Fanno parte della cifra anche l’acquisizione di quei beni scorporati dalla precedente gestione come il marchio (ceduto nel 2007 alla Soccer Sas) e Trigoria (di cui andrà pagata la sostituzione di As Roma come utilizzatore nel contratto di leasing sul centro sportivo, attualmente intestato a Italease). Bene, è il momento delle foto? Calma, ancora no. Bisogna prima pensare al restante 33% della società attualmente sul mercato azionario.

L'OPA - Dovrà obbligatoriamente esser ‘lanciata’ l’Opa (offerta pubblica d’acquisto, i cui tempi in genere si aggirano dai 15 ai 30 giorni), assicurando così ai piccoli azionisti il medesimo trattamento riservato ai soci principali. In base al valore di quest’ultima sarà stabilito il prezzo ufficiale dell’As Roma, che oscilla in un range tra i 64 e i 67 milioni. L'esborso finale sarà definito anche in base al valore, concordato fra le parti, del marchio e di Trigoria.

RICAPITALIZZAZIONI – Infine , già in programma, arriveranno le due necessarie ricapitalizzazioni da erogare nel giro di 2-3 anni. La prima, stimabile intorno ai 40-50 milioni, dovrà essere eseguita al momento dell’ingresso nel capitale. La seconda avverrà nel giro di un paio d’anni, e sarà di poco inferiore a quella ‘di debutto’. Per un totale di circa 80-90 milioni di liquidi che porteranno la spesa complessiva per la conclusione dell’operazione intorno ai 180-190 milioni di euro.

Insomma, non basterà “rimediare 45 milioni in 7 imprenditori o forse più” come simpaticamente aveva dichiarato Lotito, il probabile futuro compagno di pianerottolo del consorzio Usa, ma quest'ultimi saranno chiamati ad uno sforzo maggiore. A quel punto, si potranno preparare i flash di ‘welcome’ a DiBenedetto, D’Amore, Ruane e Pallotta a cui, solo dopo l’insediamento al comando della società, potrebbero aggiungersi altri investitori. In perfetto stile americano, a Roma sperano di ribattezzarli presto ‘I magnifici 4’.

 

MB