Approfondimenti 04/12/2010 22:57

Nel pantano del Bentegodi, Chievo e Roma fanno 246 passaggi sbagliati: è record in A

C'è un elemento che però accomuna le due squadre: la difficoltà di fare gioco, complice un campo in condizioni vergognose.

Il terreno ai limiti dell'impraticabilità ha fortemente condizionato la gara. Fino all'ultimo momento il match è stato in dubbio. Poi è arrivata la decisione di Rizzoli: the show must go on.

In realtà di spettacolo vero e proprio non si può parlare. C'è un dato allarmante che emerge dopo la partita di ieri: quella del Bentegodi è stata la sfida con maggior numero di passaggi sbagliati tra le gare di serie A disputate quest'anno.

Chievo e Roma hanno fallito, complessivamente, 246 passaggi. La percentuale di realizzazione è estremamente bassa. Per i padroni di casa sono andati a buon fine appena il 51% dei servizi ai compagni di squadra, e compagni hanno raggiunto appena il 48,2%: un passaggio su due si è rivelato fuori misura, uscito dal campo o terminato tra le gambe di un avversario.

Lo ha dichiarato lo stesso Ranieri nelle interviste del postpartita: "Con questo campo era impossibile fare due passaggi di fila".

Il Chievo risulta in lieve vantaggio anche per quanto riguarda il possesso palla (51% contro 49%) e le azioni giocate (508 contro 488). Frey, tra i clivensi, il migliore nei passaggi riusciti a quota 38. Segue, tra i romanisti, Cassetti con 37.

Per le palle conquistate spicca Andreolli con 34 interventi, dopo di lui un ottimo Mexes con 29 recuperi.

Come spiegare una percentuale così alta di errori per i giallorossi? Va registrata innanzitutto l'assenza di calciatori in grado di dettare i tempi e calibrare assist e lanci come Pizarro e . Si deve aggiungere un certo nervosismo e l'incapacità cronica nel far girare la palla e addormentare il gioco, come si è visto soprattutto nella ripresa. La spiegazione più evidente però, come logico, rimane il pessimo terreno contraddistinto da una vera e propria fascia di sabbia nella zona centrale. Non un alibi per la Roma, ma un dato che spiega come quello visto ieri al Bentegodi non sia stato calcio, soltanto qualcosa che gli assomigliava.

Andrea Palazzo