Approfondimenti 10/06/2009 20:15

Centro Reffis, un modello da seguire

Nasce nel 2003 quando il fisioterapista Luiz Rosan volle progettare una struttura dove curare i calciatori del San Paolo, ma in breve tempo grazie ai macchinari di alta qualità, il centro sportivo riuscì a produrre un tale eco mondiale da accogliere negli anni successivi gli sportivi di tutto il mondo. Oltre 80 calciatori professionisti fino ad oggi si sono curati lì.



E' il fiore all'occhiello del Sud America ed in questo centro si sono curati campioni del calibro di Figo, Ronaldo, Adriano, Edu, Roque Junior, Silvinho, Kaka, etc. Uno dei casi più illustri fu il della nazionale verdeoro Rogerio Ceni nel 2007. Vittima di uno stiramento muscolare, fu rimesso in piedi in un tempo da record: 11 giorni. La struttura oggi si estende per 400 metri quadrati, e conta di ben 69 tra macchinari preposti alla resistenza muscolare, idroterapia ed elettroterapia.



Nella lista dei calciatori curati al “Reffis” ci sono anche i romanisti Julio Baptista (lo scorso ottobre), Juan (settembre e febbraio) e Cicinho (marzo) costretti a fare tappa a San Paolo per i rispettivi infortuni rimediati in stagione. Tutti si sono mostrati entusiasti delle attrezzature trovate al centro del San Paolo dove in pochi giorni sono riusciti a risolvere i loro guai muscolari dopo che in Italia gli furono indicate diagnosi più lunghe.



L'ultimo caso di “recupero miracoloso” in ordine cronologico è quello dell'interista . Il brasiliano ha saltato tutta la seconda metà della stagione per una lesione al retto femorale. Nonostante l'infortunio, Dunga lo ha convocato regolarmente della Confederation Cup e grazie ad una settimana di cure al “Reffis” si è detto rinato, di aver sentito più miglioramenti fisici in 7 giorni di cure in Brasile, che in tre mesi in Italia. Parole che ricordano molto quelle di Kakà lo scorso dicembre quando era si recò al “Reffis” per curarsi dalla pubalgia.



Guarda caso Kaka in questi giorni si è trasferito al Real Madrid e ha chiesto all'Inter di essere ceduto. Che questo possa rappresentare un monito per le società di calcio ad investire più sulle attrezzature mediche piuttosto che sugli ingaggi dei calciatori? Sopratutto la Roma deve riflettere su questo dato: 27 infortuni muscolari in un'annata sono troppi per affermare che siano soltanto una sequenza di casualità.