Approfondimenti 02/12/2008 01:23

DA NYON UNA CONFERMA: IL BICIPITE FEMORALE TORMENTO DEL CALCIATORE



Nell’incontro di questi giorni, si è ritornati sui dati di questo studio e ne è emerso che l’infortunio più comune nel calcio è nella zona del bicipite femorale, causato principalmente dall'intensità e dalla velocità di gioco.

Ma cerchiamo di capire meglio che tipo di muscolo è e che caratteristiche ha.



Il bicipite femorale è un flessore del ginocchio ed un estensore dell’anca inoltre, come tutti gli altri flessori della gamba, impedisce, se la gamba è estesa, di forzare l’elevazione dell’arto inferiore, oppure di flettere il busto in avanti, i muscoli flessori infatti non possono essere allungati oltre una certa misura. In pratica è il muscolo che collega la tibia al femore, consentendo di alzare la parte inferiore della gamba.

Come tutti i muscoli viene comunque sollecitato anche dagli esercizi che coinvolgono il suo antagonista (il muscolo opposto), che in questo caso è il quadricipite ed è uno dei muscoli maggiormente insultati nell’ ambito sportivo generale e nel calcio in particolare. Nell’ambito calcistico i danni al BF rappresentano il 13% di tutti i traumi e causano una perdita di lavoro pari a ben il 16% dell’allenamento totale (cit. SCIENZAESPORT).

Ma perché il bicipite femorale puo’ considerarsi il gomito del tennista per chi di professione fa il calciatore?

Innanzitutto perché è un muscolo biarticolare, (come il retto femorale) e controlla, sia l’articolazione dell’anca, che quella del ginocchio, quindi particolarmente delicato. In secondo luogo, la sua caratteristica di esse ricco di fibre a contrazione rapida costituisce un alto fattore di rischio per l‘integrità muscolare, soprattutto durante forti e violente contrazioni eccentriche (cit. GARRETT, 1984). Inoltre per sua stessa costituzione con il suo cosiddetto “capo breve”, il bicipite femorale ha una predisposizione alla lesione (cit. BURKETT, 1975). Ed in ultimo, la doppia innervazione di questo tipo di muscolo può generare un tipo di contrazione vigorosa ma incoordinata e potenzialmente pericolosa per l’integrità del muscolo stesso (cit. BRUNET e HONTAS, 1996).

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