Approfondimenti 02/12/2008 01:13

Alberto Aquilani: i dolori del giovane principe

Eppure la sera del 16 novembre Alberto Aquilani, 24 anni da Montesacro, era a soffrire da solo, maledicendo l’ennesimo stop di una carriera costellata di malanni fisici.

Dal primo ko nella Roma “dei grandi”, risalente all’inizio del 2003 subito dopo aver esordito in prima squadra nella sfida di Coppa Italia contro la Triestina, passando per i tormenti della stagione iniziata con Prandelli, proseguita con Voeller, Sella e Del Neri e terminata con Conti, sulla quale il Principino mise il punto esclamativo con un urlo di dolore dopo appena dieci minuti di un’ultima, insignificante, sfida contro il Chievo sotto al solleone.

All’epoca dei fatti, con 21 anni ancora da compiere, iniziarono a sollevarsi i primi dubbi sull’integrità fisica del giocatore. Perplessità aumentate esponenzialmente negli ultimi due anni quando, per un acciacco o per un altro, Alberto ha passato più tempo ai box a lucidare la carrozzeria piuttosto che a sgambettare sul rettangolo verde.

Al culmine della stagione della consacrazione (2005-2006) i primi scricchiolii. I disturbi al collaterale del ginocchio sinistro lo costringono al forfait per gli Europei Under 21. Nessun intervento chirurgico perché, come spiegherà Aquilani stesso, “in caso di problemi come questo, già capitati ad Inzaghi e Vucinic, l’unica cura è il riposo”.

E così il Principino, ricevuto l’ok dal giallorosso,
Mario Brozzi, si ripresenta ai nastri di partenza per il ritiro di Castelrotto a pieno regime. L’inizio di stagione è dei migliori (10 presenze ed una rete, a Parma, in campionato e cinque gettoni su cinque in ) prima che la dea bendata gli volti di nuovo le spalle alla vigilia della trasferta di Genova. E’ il 25 novembre e nell’allenamento di rifinitura in uno scontro con Taddei riporta la lesione al legamento collaterale del ginocchio . Stop previsto: due mesi senza dover ricorrere ad alcuna operazione. Da Villa Stuart il professor Mariani conferma il quadro: “I tempi di recupero clinico – dirà il chirurgo – sono di 45 giorni ma bisognerà vedere la situazione del menisco”.

Si arriva a Febbraio, mese previsto per il ritorno in campo del numero 8. Lo scudetto appare ormai un miraggio ma alle porte c’è il ritorno degli ottavi di finale di a Lione. Il 20, tuttavia, nel corso dell’allenamento a Trigoria Aquilani si ferma di nuovo avvertendo una fitta alla coscia sinistra. Gli esami evidenziano una lesione al retto femorale che richiede ulteriori 30 giorni di inattività.


La Roma sbanca Lione e dall’urna di Ginevra pesca il Manchester United. Alberto si sente meglio e si sbilancia dichiarando che, con tutta probabilità, all’Old Trafford ad inizio aprile ci sarà. Nel teatro dei sogni (che diventano incubi) quando a e compagni viene calato il settebello, lui è ancora costretto a soffrire incollato alla tv. Verrà nuovamente convocato da
Spalletti per la trasferta di Bergamo, in programma il 22 aprile, a quasi cinque mesi dallo scontro con Taddei.

La passerella di fine anno con il Messina, vinta per 4-3 e che regala a , autore di una doppietta, la scarpa d’oro, offre la possibilità ad Aquilani di affrontare l’argomento
Cesenatico. Dopo l’infortunio muscolare, infatti, il principino ha abbandonato Trigoria per recarsi in una struttura privata in Emilia: “E’ stata una scelta presa di comune accordo con la società. Era arrivato un momento in cui non ce la facevo più a guardare i compagni da fuori, come quando col Manchester mancava Pizarro e mi volevano in campo. Allora ho preso questa decisione di concerto con i dirigenti non perché lì facessero dei miracoli, ma solo perché avvertivo l’esigenza di cambiare ambiente. A Cesenatico non sono più bravi di qui, tengo a sottolinearlo. Lì, però, c’era un dottore che mi curava dodici ore al giorno”.

In Agosto, rientrato dall’avventura europea con la maglia dell’Under 21 nella quale si segnala come miglior azzurro, torna a parlare di Cesenatico in conferenza stampa: “E’ un fatto normale che i giocatori della Roma si rivolgano a strutture esterne? No – ammette candidamente la mezzala – il mio è stato un caso isolato ed i medici sono molto bravi anche qui”. Poi il tiro si sposta sulle condizioni fisiche: “Quest’anno sto molto bene e non ho problemi”.

Anche stavolta la stagione inizia alla grande. Decisivo con due gol nelle prime due giornate di campionato, a Palermo e all’esordio casalingo con il Siena, il nuovo dramma sportivo si palesa proprio a Manchester. Nel tentativo di anticipare la chiusura di un avversario battendo a rete, Aquilani si procura un nuovo infortunio muscolare abbandonando l’”Old Trafford” in lacrime. L’ecografia è impietosa: lesione di secondo grado del retto femorale della coscia destra ed un nuovo mese di stop: “Ho avuto più paura che dolore – spiegherà intervistato a poche ore dall’infortunio – perché ho sentito un forte botto. L’infortunio non è lo stesso di qualche tempo fa ma temo, invece, che sia lo stesso che ho accusato ai tempi degli Allievi”.

Dopo una settimana di fisioterapie a Trigoria, Alberto impugna il coraggio a due mani e sceglie nuovamente di partire alla volta di Cesenatico per sostenere la riabilitazione con il dottor Chierici. Lo stop si rivela più lungo del previsto e ad inizio novembre, ad un mese esatto dal crack, Brozzi torna sull’argomento: “Ha una lesione ad uno dei muscoli più importanti per un calciatore ed il trattamento che stiamo eseguendo ci sta dando delle grosse soddisfazioni. E’ un sistema terapeutico particolare ed abbiamo ottenuto una forte diminuzione della componente sintimatica”. Brozzi conferma poi di essere in contatto quotidiano con il calciatore e che il rientro dovrebbe slittare dopo la pausa per gli impegni della nazionale contro Georgia e Scozia a metà mese. Dalla capitale inizia a serpeggiare un certo malumore: se è ormai appurato che l’atleta soffra di problemi posturali e sia per questo maggiormente esposto a guai di natura muscolare, difficilmente correggibili o prevenibili, non si riesce a spiegare il continuo ricorso ad una struttura esterna. Lo staff medico giallorosso è bersaglio di un violento attacco mediatico.

Aquilani si fa trovare pronto al nel giorno in cui i compagni fanno rientro dalla trasferta di Lisbona, ad un mese esatto dalla partenza per Cesenatico.

A Genova, quando il campionato riprende la marcia, lui ancora non c’è e Brozzi torna a difendersi: “Alberto è stato l’unico a rivolgersi ad una struttura esterna, quindi non penso che il nostro staff difetti di qualità. Gli voglio bene e lo considero un figlioccio, l’ho cresciuto, lo stimo ed i rapporti tra di noi sono di assoluta onestà”.

Ma il recupero slitta di giorno in giorno e da Cesenatico iniziano a diffondersi rumors inquietanti: “Quando lo abbiamo avuto con noi era in ritardo di guarigione – spiega di nuovo Brozzi ad inizio dicembre – mentre adesso va meglio, il lavoro è soddisfacente ed il purgatorio è ormai alle spalle”.

Sei giorni più tardi, il 13 dicembre, esplode la bomba. Il centro di Cesenatico viene chiuso dai NAS. Germano Chierici, il santone della fisioterapia italiana, denunciato a piede libero per abuso della professione medica e fisioterapica. Portate via tutte le creme “particolari” composti da prodotti naturali. Da quel momento sulla vicenda cala il silenzio.

Intanto Aquilani lavora per recuperare al meglio e torna in campo un mese dopo, il 13 gennaio, a Bergamo nei minuti finali. Due mesi senza guai, un’inutile colpo di tacco che nega il successo giallorosso a Cagliari e poi il nuovo shock. Botta al piede sinistro contro il Manchester United nell’andata dei quarti di finale di e nuove polemiche con lo staff medico: stavolta il problema è relativo alle risonanze magnetiche, almeno tre, che il giocatore si è fatto al piede infortunato. Le due risonanze effettuate dalla dottoressa Giannini a Villa Stuart escludono fratture nel piede. Ma il giocatore, come già accaduto in altre circostanze, decide di andare a fare almeno un'altra risonanza magnetica dove gli diagnosticano una microfrattura che, appunto, sarebbe all'origine del dolore al piede…


Ultimo atto? No. La nuova stagione parte sulla falsariga delle ultime due. In avvio un lieve infortunio alla coscia destra alla vigilia della trasferta a “Marassi” contro il senza conseguenze. Si va in Inghilterra, stavolta a Londra, per la terza gara del girone A di . Chioma al vento, il numero 8 è il miglior giallorosso nei primi 60 minuti. Poi, nel tentativo di evitare una rimessa laterale, il nuovo guaio. Diagnosi: elongazione muscolare. Tempi di recupero previsti: 10-15 giorni.


Sono passati quarantacinque giorni. Alberto Aquilani è tornato a disposizione domenica scorsa. Oggi è di nuovo fermo ed ha (nota ufficiale dell’As Roma) “effettuato accertamenti diagnostici che hanno evidenziato una soffusione nel contesto del vasto mediale del quadricipite , ascrivibile in prima ipotesi a trauma diretto riportato nel corso dell'allenamento di rifinitura in vista della gara di Cluj. Un nuovo controllo è previsto nei prossimi giorni”. Struttura fisica maledettamente fragile, scelte sbagliate, sfortuna. Qualcuno venga a spiegarci questo tormento senza fine…