Approfondimenti 07/12/2021 12:35

Post Match - Mitologia dell'uomo sul 1° palo

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LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - Basta un gol, grottesco oltremisura, ad agitare gli istinti più reazionari. Al punto che, nei giudizi post Roma-, si torna a rimpiangere le abitudini "dell'oratorio", dove si veniva obbligati ad "aggrapparsi alla rete" (citazione testuale) nei pressi del 1° palo. Un po' come a dire che, un tempo, i treni arrivavano in orario. O a supporre che, la competenza calcistica degli ambienti ecclesiastici fosse in qualche modo superiore, o senz'altro più arguta, rispetto a esperti e studiosi dell'ambito come gli staff che trascorrono le loro giornate a vivisezionare qualsiasi cosa passi per il campo durante una partita di calcio.

Il mitologico "uomo sul 1° palo" non è scomparso, però s'è aggiornato. Così, anche in Roma-, c'è chi è preposto alla copertura della zona in questione. Nel particolare, l'incaricato è Nicolò Zaniolo che coi suoi 190 centimetri dovrebbe annullare proprio la traiettoria velenosa che può produrre un tiro a rientrare. Il problema, semmai, è come si lasci attirare fuori dalla zona di competenza anche per il movimento ingannevole di Perisic, comunque marcato da Cristante. L'inserimento di Correa, seguito a stento, sulla zona del 1° palo complica ancor di più le valutazioni sulla traiettoria che finisce la sua corsa beffarda tra le gambe di Rui Patricio, raddoppiando gli imbarazzi.

La validità della soluzione generale, semmai complicata da errati comportamenti individuali, viene ribadita negli altri 2 angoli battuti sempre da Calhanoglu nella prima frazione. Sulla seconda, una traiettoria simile alla prima del turco scavalca nuovamente Zaniolo, che finisce ancora attratto dal pallone, seppur in maniera minore, con la situazione che viene risolta dalla marcatura tenuta sul nuovo movimento di Correa ad attaccare il primo palo. Nel terzo calcio d'angolo la scelta di Calhanoglu è per un arco di calcio più ampio che facilita il mantenimento di una posizione più a protezione del 1° palo per Zaniolo.

A variare le disposizioni, naturalmente, è la stima sulla traiettoria possibile di chi batte l'angolo. Se il senso del giocatore che s'aggrappa annoiato al palo giochicchiando con gli spazi della rete si è perso negli anni proprio per evitare pericolosi inserimenti in quella zona che gli toglierebbero possibilità d'intervento se partisse dalla linea di porta, questo diventa totalmente inutile, l'associazione degli oratori italiani ci scuserà, se la traiettoria è opposto, quindi ad uscire. La famigerata zona del 1° palo, naturalmente, viene sempre protetta ma in caso di un destro che calci dalla sinistra del , il posizionamento dell'uomo a copertura del palo più vicino risulta più distante dalla linea di fondo campo, come Mkhitaryan in questo caso in Roma-Torino.

@MirkoBussi