Approfondimenti 19/10/2021 10:19
Post Match - La capacità di sintesi
LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - Se nella vita la capacità di sintesi può aiutare a racchiudere nel lasso d'attenzione, sempre in aggiornamento verso il basso a meno che voi non siate uno smartphone, di un essere umano col quale sareste intenzionati a trasmettere un'informazione, nel calcio può essere tradotta come l'abilità a raggiungere il senso di un'azione, universamente il gol, senza dover elaborare necessariamente elaborati ingegneristici.
La miglior capacità di sintesi, in breve, la offre la qualità intrinseca nei calciatori. Ma può arrivare anche tramite scorciatoie ricercate manualmente dall'allenatore o chi per lui. E la storia di Mourinho ne offre un soddisfacente compendio. Quello a cui, sempre più, dovrebbe attingere la Roma.
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"La capacità di sintesi"
L'#ASRoma ha segnato il 100% dei suoi gol in #SerieA dall'interno dell'area di rigore, una traccia di quella che è la morfologia della squadra.
Il problema, a volte, diventa il percorso per arrivarci.— Mirko Bussi (@MirkoBussi) October 18, 2021
Di certo, il primo lavoro "tattico" di Mourinho è stato quello di sgrassare gli sviluppi romanisti, reduci da un corso intensivo di conquista del dominio territoriale, allegato a ripetute costruzione dal basso laboriose. Nota bene: non che ora non vi si faccia più ricorso ma, di certo, con uscite più sintetiche, appunto.
Contro la Juventus, però, la ricerca di scorciatoie ha trascinato progressivamente la partita nelle situazioni più confortevoli per chi ha (ancora) in dote Chiellini e Bonucci. La corrente contraria del risultato, aggravata da quella emotiva per il pasticciaccio del "rigore, poi gol, meglio rigore" di Orsato, ha finito per spingere la Roma nelle conche più tradizionali della Juventus.
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Come questa costruzione (prime 2 foto), con Mancini che va direttamente da Abraham, che però soffre, come capiterebbe a tutti, questo tipo di duelli con Bonucci/Chiellini.
O (altre 2 foto) con Mancini che spedisce El Shaarawy direttamente in profondità. pic.twitter.com/4S8J1OPkiw— Mirko Bussi (@MirkoBussi) October 18, 2021
Non è un caso, forse, che lo sviluppo più pericoloso della Roma corrisponda anche a quello leggermente più complesso: quando la conduzione diagonale di Veretout permette di sottrarre, almeno centralmente, uno degli 8 uomini ridotti sotto la linea del pallone, a neanche 30 metri dalla porta di Szczesny, prima di finire da Viña. Da qui il mancino pregiato dell'uruguaiano, combinato al destro altrettanto virtuoso di Pellegrini, hanno originato uno scambio che, sincronizzato ad altri movimenti, ha messo in scena un pericoloso 2v1 in area juventina. Con Bonucci costretto a pendere esternamente per la presenza di El Shaarawy, la sterzata di Viña ha migliorato ulteriormente la situazione portandolo a concludere a meno di 10 metri dall'obiettivo principale.
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Lo scambio tra Pellegrini e Viña obbliga a scelte più complesse la linea della Juventus che si espone a un 2v1 in area dove Bonucci, per la presenza di El Shaarawy, finisce per concedere l'interno. Così Viña arriva a concludere da meno di 10 metri. pic.twitter.com/WNFp9VVvXW— Mirko Bussi (@MirkoBussi) October 18, 2021
E allora, dove sarebbe la capacità di sintesi? Proprio nel non dover ricorrere a certe "complessità" per arrivare a quell'area di rigore necessaria per realizzare tutti i 16 gol finora incamerati dalla Roma in campionato. La capacità di sintesi è, appunto, nella pericolosità sui calci piazzati dove la mano di Mourinho ha dimostrato, anche nel 1° tempo di Torino, di sapersi muovere dolorosamente.
E' nelle vie esterne, dove la densità avversaria e la pericolosità di una scelta sbagliata è certamente attenuata rispetto alle corsie centrali, o anche in quelle costruzioni dirette, purché maggiormente premeditate per non finire nell'indifferenziata dei calcioni confusi.