Approfondimenti 05/04/2016 20:56
"Diego maratona": quasi 12 chilometri a partita, nessuno corre quanto Perotti in Serie A
LAROMA24.IT (Mirko Bussi) – La Roma è ripartita di corsa. Metaforicamente, perché dopo la Juventus nessuna ha fatto meglio dei giallorossi nel girone di ritorno. Concretamente, perché dal penultimo posto che la Roma occupava a dicembre nella classifica dei chilometri percorsi, sono state scalate tre posizioni, aggiungendo 6000 metri alla media di distanze coperte ogni partita. A tirare la vettura romanista fuori dal pantano, insieme al nuovo pilota Luciano Spalletti, la trazione dei nuovi acquisti. L’utile Zukanovic, il produttivo El Shaarawy e, più di tutti, Diego Perotti, l’uomo nuovo che ha cambiato i lineamenti dell’attacco della Roma.
Presentato come esterno, geneticamente modificato in posizione più centrale: portatore sano di superiorità numerica, per i centrocampisti quando si abbassa a palleggiare con loro o s’incastona tra le linee, per gli esterni quando torna alle origini e ritrova il sapore antico e impareggiabile dell’uno contro uno. Tradotto in numeri, ecco Diego Perotti: 9 presenze in campionato, 3 gol, 13 tiri, 8 occasioni da rete create, 6 assist, un’ammonizione. E 11,912 chilometri percorsi di media. Più di tutti i giocatori della Roma? No, più di tutti i giocatori della Serie A.
CONTACHILOMETRI – Non solo l’incedere caliente, l’approccio passionale con l’attrezzo del mestiere, non solo finte con cui spesso manda avversari vicino ai cartelloni pubblicitari piuttosto che al pallone, Perotti farcisce il tutto con un malloppo di chilometri che lo ha messo in testa alle classifiche di Spalletti per la scelta dei titolari. Perché se “’un si vincan i contrasti” o non si copre una determinata metratura, è difficile resistere a lungo nelle simpatie della grande maggioranza dei tecnici, comprese quelle dell’attuale guida romanista. Perotti, invece, riceve la maglia del titolare perché raramente si disconnette dalla partita: quando non è attivo tecnicamente, lo è tatticamente, magari per controllare il regista avversario e tenerlo lontano dal gioco. E poi si ripropone nuovamente, una volta esterno, stavolta più centralmente, ora incontro, poi in profondità. Fino alla soglia dei 12 chilometri percorsi a partita: un dato che lo porta davanti a tutti i giallorossi, seguito ad oltre un chilometro di distanza (10,737 contro gli 11,912 dell’argentino) da Miralem Pjanic, un altro che da tempo sta inspessendo le sue prestazioni con manciate di sostanza. Soltanto dopo arrivano i nomi più attesi nell’immaginario collettivo tra i “corridori”: Digne è terzo con 10,014 km a partita, poi Nainggolan (9,962), De Rossi (9,859), Rudiger (9,722 di media a partita), El Shaarawy (9,63), Florenzi (9,605), Salah (9,577) e Keita (9,394) a chiudere la “top ten”.
PRIMATISTA – Sognando Maradona, intanto Perotti vince la maratona di Serie A. Nasce “Diego” perché in Argentina la trinità cristiana si è stretta per far posto al "10" per eccellenza che ha appunto dato il nome a migliaia di figli nati negli anni ‘90, diviene Perotti grazie alla continuità che installa nelle sue prestazioni, irrobustendo le già deliziose capacità tecniche. Nel campionato italiano, infatti, il numero 8 romanista batte tutti sulla distanza: dietro di lui finiscono lavoratori di centrocampo come Magnanelli (staccato a 11,643 chilometri a partita), Marchisio (11,504) o Jorginho (11,346). Un numero 8 aggiornato secondo gli standard d'ultima generazione: con la durata di un "4" e il tratto di un "10". "Un giocatore eccezionale" nel giudizio di Spalletti. L'uomo in più, Diego "maratona" Perotti.