La penna degli Altri 02/10/2018 17:52

Juventus-ultrà, nuovi atti dell’indagine sui biglietti: ultima puntata a metà ottobre

agnelli marotta

CORRIERE.IT (M. NEROZZI) - È attesa a metà ottobre (salvo richiesta proroghe) l’ultima puntata dell’inchiesta del 2016 sulle infiltrazioni della ’ndrangheta in alto Piemonte e nella curva bianconera dello Stadium: si aspettano infatti le motivazioni dei giudici d’Appello che, ribaltando l’assoluzione del primo grado, hanno condannato per concorso esterno in associazione mafiosa Fabio Germani, ex ultrà con buoni contatti con giocatori e società, almeno all’epoca. Un procedimento nel quale nessun dirigente o tesserato juventino è mai stato indagato.

Qualche atto dell’indagine è rispuntato lunedì sul web, come anticipo di una prossima puntata del programma tv Report. Pure alla ricerca dei motivi della separazione tra il club e l’ormai ex amministratore delegato, Beppe Marotta. Lo stesso che compare in alcune fotografie fatte durante pedinamenti dagli agenti della sezione criminalità organizzata della Squadra mobile di Torino: con lui, ci sono Germani e Rocco Dominello, condannato per associazione mafiosa insieme al padre Saverio, come uomo della ’ndrangheta in curva. Nell’occasione, i due chiesero a Marotta il favore di dare un’occhiata al figlio di un altro sospetto malavitoso, in vista di un provino calcistico, come documentato dalle intercettazioni telefoniche e informatiche. Tra i favori del manager spunta c’è anche la cessione di qualche biglietto, come pure fece il club verso gli ultrà: particolare che costò alla (e al presidente Agnelli) una condanna (pecuniaria) in sede sportiva e una sanzione amministrativa di 50 mila euro.

Il club e Marotta, negano però che il divorzio abbia a che fare con questa vicenda, ormai datata.  Di certo, qualcosa di più si potrà capire con le nuove motivazioni, se davvero Germani fu l’anello di contatto tra criminalità e . Perché poi, con l’ingresso di Dominello nel mondo del tifo — secondo la Mobile di Torino — la ’ndrangheta avrebbe intrecciato un rapporto «diretto» con la società. Attraverso rapporti con persone assunte dalla , nei cui uffici — precisarono nell’Appello i pubblici ministeri Monica Abbatecola e Paolo Toso — lo stesso Dominello avrebbe «ottenuto abituale accesso». E sarebbe stato grazie alle entrature di Germani, che Dominello potè incontrare «Marotta, , Buffon e anche il presidente Agnelli». La ha sempre spiegato di essere «vittima inconsapevole» del comportamento di alcuni personaggi, lasciata sola a gestire, allo stadio, una situazione di crescente difficoltà, con bande di ultrà. Ciò che «si muoveva dietro a Dominello», sarebbe stato dunque qualcosa di «ignoto e non ricostruibile». Se così fu, vale anche per Beppe Marotta.

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