La penna degli Altri 19/08/2018 17:44

Vinci per noi

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IL ROMANISTA (T. CAGNUCCI) - Stavolta non ha il sapore del capodanno di chi scandisce il tempo in stagioni e non in anni; nemmeno il brivido del primo giorno di scuola, con colori annessi di diari e divise. Poi forse alle sei oggi pomeriggio quando (ri)giocherà la Roma queste parole saranno trapassate, anzi sicuramente sarà così: quando la Roma gioca è solo un'emozione. E bella. E vera di cui non vergognarsi. Ma forse pure per questo sarebbe stato meglio non giocare. L'importante è sempre non essere ipocriti, ma nemmeno giocare a sfidare sempre il senso comune e tutti i protocolli che è un altro modo per mettersi in posa. Genova sta lì, quel ponte spezzato è un'immagine terribile e già storica. Un discorso appena eppure eternamente sospeso.

(...) Lo spettacolo stavolta non doveva continuare perché nemmeno era iniziato. Questo, è solo questo. Solo troppo brutto quello che è successo. Solo davvero troppo dolore e un po' più di tempo da prendersi. Il lutto stavolta sarebbe stato veramente profondo, opportuno, reale e condiviso.

(...) Poi alla Roma quest'anno chiederò solo una cosa, che è sempre la stesa cosa: visto che parliamo di gente, di persone, di sentimenti, oggi guardate il settore pieno dei 1.500 a Torino. Figurateveli, immaginateli, mettetevi sempre nei loro panni, ascoltate i loro cori, se vi capita anche fugacemente guardate "tutte quelle facce stravolte" tra una rimessa laterale o un angolo tirato là sotto e giocate di conseguenza. È per loro che la Roma è un'emozione. È per loro che sempre si gioca. O che non si sarebbe dovuto giocare. Forza Roma.

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