In The Box 05/02/2019 20:56

La solitudine dei numeri undici

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LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Non una critica ma una constatazione. Per quanto amara. Ne calcio esasperatamente tattico, se fai l’attaccante e hai come compagno di reparto una primadonna, o ti reinventi gregario o ti accomodi in panchina. Accade alle big, indistintamente. Dalla alla Roma, senza eccezioni. Sei Dybala, fino a ieri sul podio dei calciatori più forti della Serie A? È arrivato Cristiano Ronaldo, mi spiace, devi trasformarti, arretrare, rincorrere gli avversari nella tua metà campo, allargarti fino a farti quasi dimenticare. E ringrazia Dio che non finisci tra le riserve. E se metti il muso, domani ti busseranno alla porta Agnelli e Nedved.

Sei Mertens? Nel recente passato hai fatto dimenticare Higuain a suon di gol? Porta pazienza, ora c’è Milik davanti a te. Sei Martinez, el pibe argentino strappato a mezza Europa? Mettiti in fila, prima di te viene persino Candreva. Sei Correa? Lasci il segno in ogni partita in cui vieni chiamato in causa? Ok, aspetta il tuo turno, alle spalle di Immobile c’è una mezza dozzina di mezze punte che aggrediscono gli spazi. E se si gioca con due punte, meglio il gigante Caicedo. Perché “fa a sportellate”. Sei Cutrone? Hai una media realizzativa esaltante? Come dici? Ora che è andato via Higuain troverai più spazio? Guarda bene, c’è Piatek, se giochi fai la fascia, ma tanto prima di te c’è Calhanoglu, per non parlare di e Castillejo. Sì, Castillejo, hai letto bene.

Nome? Patrick. Cognome? Schick. Mettitelo in testa, il titolare è . E non importa se viene da una lunga crisi e tu finalmente sei on fire. Il Nove è lui. Tu la sua riserva. Oppure fai l’Undici, non inteso come la seconda punta di una volta. Se proprio devi giocare, guarda la porta. No, hai capito male. Devi guardare la porta della tua squadra. Quella da difendere, rincorrendo gli avversari lungo la fascia, entrando in scivolata, aiutando il terzino nei raddoppi. Un Undici moderno. Insomma, studia da , sfrutta l’assenza di Under, giocati il posto a sinistra con la mezzala Zaniolo, il calcio ha deciso che gli specialisti giocano nel proprio ruolo solo se hanno nome, pedigree, curriculum. Poco importa se sei l’acquisto più oneroso della storia della Roma. Ora fai il podista. Poi, si vedrà.

In Italia se hai due punte che possono integrarsi e dividersi i compiti nell’area avversaria, si tende comunque a sottrarne una, da destinare alla panchina o al sacrificio in campo. Di solito tocca a quello più giovane, a prescindere che costi quaranta milioni o che sia una rivelazione ingaggiata a prezzo modico. Poco importa che abbia caratteristiche da bomber. Se vuole giocare, deve studiare da mezzala. A certificarlo, fior fior di allenatori. Allegri che sta per vincere il quinto scudetto consecutivo, che non ha bisogno di elogi, che al netto delle tendenze autolesionistiche resta un maestro di tattica, Gattuso che col Milan sta facendo un mezzo miracolo, Di Francesco semifinalista di , Inzaghi esperto in nozze coi fichi secchi. Prima viene la tattica, poi vengono la tecnica, il gol, i duetti mortiferi in area di rigore. Di sicuro avranno ragione loro. Di sicuro questa non è una critica. Ma una constatazione dei fatti. Amara. Molto.

In the box - @augustociardi

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