In The Box 23/10/2018 18:07

Vivacchia la Roma!

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LR24 (AUGUSTO CIARDI) - I bambini sul diario scrivono la cosa più semplice, W la Roma! Viva la Roma! La Roma ora deve fare in modo che ci sia una generazione di bambini che non cresca modificando la scritta in Vivacchia la Roma! Perché una volta per tutte i calciatori devono capire che non è normale che “ci sta perdere”, non perché sia un dovere alzare trofei, ma perché la sconfitta deve necessariamente provocare un dolore da scacciare. Soprattutto se si perdono punti con squadre che se si salveranno diranno grazie ai risultati insperati conquistati coi giallorossi. Il calciatore di una squadra forte come la Roma deve avere il terrore della sconfitta. Anche durante la partita. Non deve adagiarsi sul risultato negativo perché “tanto alla fine è solo una partita persa”. Questo è il vero grande difetto della Roma attuale. Serve fiato sul collo. Sui giocatori. Sull’allenatore.

E non è questione di lontananza del presidente. Molte strutture societarie oramai prevedono un proprietario che delega. I casi del presidente padre-padrone sono sempre più rari. E non deve essere neanche il tifoso a pressare squadra e tecnico. invoca il calore dell’Olimpico. Quel calore non manca mai. Anzi. Diventa da esportazione quando la squadra va in trasferta. Roma come molte piazze ammalia, ti abbraccia e ti stritola. Le piazze, quando si legano alla passione, diventano volubili. Soprattutto se sono piazze calde. Passionali. Roma non è , né Udine, tantomeno Parma. Ma un club deve andare oltre. Isolando squadra e allenatore per garantirsi un’esclusiva. L’esclusiva di pressione su squadra e allenatore. Per modificare e indirizzare l’indole. La Roma non può vivacchiare.

Sedendosi con pigrizia su una manciata di vittorie appaganti fino al punto da causare sconfitte che sempre più spesso aprono il varco alle crisi. Quella pressione da esercitare anche sull’allenatore, non perché tenda a deconcentrarsi, anzi. Per verificare che livello di influenza sulla squadra abbia dopo quindici mesi. Verifiche necessarie nel momento in cui una squadra forte come la Roma (è impopolare scrivere che la Roma è forte, ma non facendosi condizionare dai risultati attuali è inconfutabile, la Roma è forte, o quantomeno non è debole come troppo spesso si mostra) continui a buttarsi via sperperando un patrimonio tecnico che in Italia rende inguardabile la classifica.

La scorsa stagione si commise un errore di valutazione. Perché al giusto riconoscimento dell’impresa europea, seguì il compiacimento e l’autocelebrazione per un terzo posto che vide la Roma chiedere a quattordici punti dal . Una bestemmia. Per tacere sulla Coppa Italia. Va di moda il termine appagamento. La Roma si è sentita appagata da un terzo posto ad anni luce dal secondo, conquistato da un club che paga molto meno in ingaggi. I calciatori si sono comodamente adeguati e adagiati. La Roma deve smettere di vivacchiare. Abbasso la Roma che vivacchia!

@augustociardi - In The Box

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